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Comunicazioni: VISTI SEMPLIFICATI PER I CITTADINI CINESI - Intervista all'ambasciatore Bradanini

Data:

16/04/2014


Comunicazioni: VISTI SEMPLIFICATI PER I CITTADINI CINESI - Intervista all'ambasciatore Bradanini

Pechino, 15 apr. - Da ieri, i cittadini cinesi che vogliono visitare l'Italia per turismo o per affari potranno fare richiesta del visto al consolato più vicino, senza rivolgersi necessariamente alla sede consolare di competenza in base al proprio hukou, il permesso di residenza. La semplificazione normativa servirà per aumentare i flussi di turismo e business verso l'Italia, a poco più di un anno dall'inizio di Expo Milano 2015. "E' evidentemente una buona cosa - ha commentato ad Agichina24 l'ambasciatore d'Italia presso la Repubblica Popolare Cinese, Alberto Bradanini - E' una decisione che abbiamo adottato per rispettare la lettera e lo spirito dell'Unione europea". La nuova norma, spiega l'ambasciatore, rientra tra le "best practice" che l'Italia segue anche se, ammette con una punta di amarezza, "non è stata adottata una soluzione comune per tutti i Paesi che fanno parte del gruppo Schengen".

La decisione di favorire l'ingresso dei turisti cinesi in Italia arriva a pochi giorni da un altro provvedimento analogo, questa volta da parte della Commissione Europea, che il 1 aprile scorso aveva approvato una serie di norme più semplici per l'ottenimento del visto da parte dei cittadini extra-Ue. Una scelta, ha commentato la Commissione, che potrebbe avere ripercussioni positive sui 28 Paesi dell'Eurozona, come l'aumento fino a 1,3 milioni di posti di lavoro in più nei prossimi cinque anni, soprattutto nei settori del turismo e nelle attività correlate.


Come si inserisce questa decisione nella nuova normativa europea che prevede regole semplificate per l'ottenimento dei visti da parte dei cittadini extracomunitari?

Ci saranno in queste norme semplificate tutte le misure per garantire la tutela dei nostri interessi dal punto di vista dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale, questo è evidente. Verranno meno, però, quelle richieste di documentazione orami superate dall'articolazione degli scambi burocratici e amministrativi sulle singole persone, anche alla luce dell'esperienza che noi abbiamo con i singoli Paesi, e per quanto ci riguarda, con la Cina. Semmai, la preoccupazione potrebbe sorgere per un altro aspetto, e cioè per la decisione della Commissione Europea di introdurre il rilevamento dei tratti biometrici, cioè sostanzialmente le impronte digitali, a partire dal maggio del prossimo anno, che avrà un impatto sul numero dei turisti che si recheranno in Europa, perché questo obbligherà i richiedenti visto ad andare in un consolato del Paese Schengen che il turista intende visitare. In particolare questa misura verrà introdotta nel mese di avvio dell'Esposizione Universale di Milano, che comincerà il 1 maggio del prossimo anno e durerà sei mesi. Siamo preoccupati che ci possano essere effetti negativi sul numero dei turisti e anche sul numero dei visitatori cinesi a Expo Milano 2015.

Visti Expo. A che punto siamo? L'obiettivo del milione di turisti cinesi a Expo Milano 2015 è, secondo lei, raggiungibile? Quali sono le vostre previsioni per l'afflusso cinese?

Stiamo lavorando per fare crescere il numero dei visitatori cinesi in Italia il più possibile e siamo attrezzati per questo. I nostri tre centri che già operano, Pechino, Shanghai e Canton - e tra qualche mese anche Chongqing - sono in grado di gestire una domanda anche molto più elevata di visti.
Abbiamo raggiunto un alto livello di efficienza e abbiamo messo in atto un upgrading davvero importante nelle nostre strutture di outsourcing che gestiscono il servizio visti. Che poi si tratti di un milione, 800mila o 1,2 milioni di visitatori, noi non possiamo influire: stiamo rispondendo a una domanda che speriamo possa crescere quanto più possibile. L'ostacolo è quello relativo alle impronte digitali, che a nostro avviso potrebbe avere un impatto negativo sul flusso di visitatori. Non sappiamo di quanto, ma fortemente negativo.

Dal punto di vista delle istituzioni italiane, l'interesse cinese verso Expo Milano 2015 è ancora forte?

L'interesse della Cina verso Expo Milano 2015 è forte sia da parte delle imprese che da parte delle istituzioni. Come è noto, ci saranno tre padiglioni cinesi a Milano: uno istituzionale, uno delle piccole e medie imprese dell'area territoriale di Shanghai, e un terzo di un grande gruppo immobiliare, Vanke. La Cina è quindi il Paese più rappresentato. L'interesse è forte anche da parte del pubblico e del popolo cinese: un po' perché l'Italia è un Paese molto attraente e ammirato, e un po' perché è l'occasione di andare a visitare l'esposizione universale, guardare gli altri Paesi e farsi ammirare a propria volta, perché questi tre padiglioni vogliono mostrare i grandi successi raggiunti dalla Cina negli ultimi trenta anni.

L'Ambasciata ha una stima delle ripercussioni positive sui flussi turistici, a cui faceva riferimento anche il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, in una politica di rilascio dei visti più rilassata per i cittadini extra-Ue che vogliono entrare in Europa, e in particolare per i cittadini cinesi che vogliono venire in Italia?

In Cina c'è sicuramente un interesse enorme e crescente. Il tasso di crescita del turismo in uscita è dell'ordine del 20%. Solo lo scorso anno, ci sono stati più di cento milioni di turisti cinesi che hanno varcato la frontiera. Molti sono andati nei Paesi limitrofi, che sono quelli più facilmente raggiungibili, a cominciare da Hong Kong; poi i Paesi del sud-est asiatico, e in seguito gli altri, tra cui l'Europa. Noi cerchiamo di intercettare questi flussi crescenti, non soltanto in termini di numero, ma anche in termini di capacità di spesa e di qualificazione del turismo.
Ormai, si sviluppano settori su domande e richieste specifiche del mercato turistico cinese, e sono settori in cui l'Italia eccelle, come la crociera nel Mediterraneo, i giri nelle terre di produzione del vino, le città d'arte, l'agriturismo, le terme. Gli operatori turistici italiani stanno predisponendo dei pacchetti ad hoc che risponderanno a una domanda quantitativa e qualitativa crescente nei prossimi anni.

15 aprile 2014
di Eugenio Buzzetti


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